Oro verde lucente, effervescenza sottilissima, di grande continuità, tanto minuta da sembrare assente, si riattiva al minimo tocco.
L’attacco olfattivo è ampio, esprime fin da subito toni mielosi, non troppo accondiscendenti, come il tiglio, il rododendro; l’unicità della collina è evidenziata da netti sentori ferrosi, minerali, salini; continua sulle spezie dolci, il marzapane, gli aromi balsamici sono ben ritmati, alternati alla parte floreale, il sambuco sfocia poi in un elegante sentore di caramella d’orzo e di polpa di pera.
Nonostante il tenue dosaggio il vino si presenta asciutto, il corpo appare snello nonostante la massa, l’effervescenza ha lo stesso sviluppo notato al naso, ovvero delicatissima e cremosa; la lunghezza raggiunge livelli impressionanti, soprattutto per il ricordo salino, di canfora, di selce, con riconoscimenti di radici e erbe piccanti e di rafano.
Non teme temperature un pochino più elevate, introno agli 8-9°; un calice ampio aiuterebbe a non bloccare la grande complessità.
Non bisogna temere il trascorrere del tempo; l’evoluzione positiva e la successiva durata possono tranquillamente superare il tempo di affinamento che il vino trascorre in cantina prima dell’immissione sul mercato.
Vino unico su un piatto unico, un grande plateau di crudités.
Vino capace di assecondare molti cibi, soprattutto quanto le acque dei mari e laghi, generosamente, possono proporre, prediligendo crostacei e molluschi.